ASSOCIAZIONE “GORLA DOMANI”. CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E INTERPRETAZIONE

PERCORSO N. 3

“PICCOLA PARIGI”

Via Tofane – Località i “Boschetti” - Via Bertelli - Piazza dei Piccoli Martiri

 

“Liete mense e piacevoli sollazzi”

Gorla, borgo di “riviera” era situato a cavallo della linea che divideva idealmente la campagna dalla città; le acque del naviglio la percorrevano interamente dando refrigerio nei mesi estivi. Era inevitabile che qui convenissero i cittadini desiderosi di allegre scampagnate e di “gite fuori porta”. Si andava lungo il naviglio per godere dei piaceri che poteva offrire una buona tavola e del fresco che le rive “arborate” procuravano agli assolati visitatori. Le carrozze percorrevano i lunghi viali cittadini fino all’incontro con il naviglio. “

Il Borgo delle ville

Prima di essere un quartiere periferico di Milano, Gorla era un piccolo borgo rurale. I campi coltivati erano frammezzati a qualche sporadico laboratorio di mestiere che attingeva dall’acqua la sua stessa ragione di sopravvivenza. Ma perché il fisco non gravasse su un terreno lasciato improduttivo occorreva che i proprietari s’industriassero personalmente curando i propri affari direttamente sul luogo, abitandovi. I terreni ideali per questo tipo d’insediamento erano proprio le fasce immediatamente a ridosso della cintura extraurbana, quelle stesse che erano servite da strade carrozzabili e, soprattutto, dai navigli.

Le Case da nobili

Fu così che a partire dal XIX secolo incominciarono ad insediarsi le “Case da nobili” con annessi parchi, giardini, orti, campi da moroni (gelsi), terreni avitati. Fu un insediamento gentile che non stravolgeva il borgo, ma lo avvolgeva con i suoi giardini e relative pertinenze. I proprietari si susseguivano l’uno dopo l’altro o per cessioni e vendite o per diritto ereditario; i notai annotavano diligentemente sui loro taccuini i numeri dei mappali e le contese che via via ne sorgevano. Molte volte le questioni si complicavano perché una proprietà, un volta divisa, non riusciva più a compattarsi e così più proprietari si trovavano a possedere più stralci di terreno, divisi alle volte in modo illogico; la qualcosa risultava ancora più problematica se il campo in oggetto limitava l’accesso ad una risorgiva o al naviglio stesso.

Le sponde “arborate”

Gorla richiamava le persone per le sue sponde “arborate”, le sue ville, i “piacevoli sollazzi“ che combinavano i piaceri della tavola con lo scorcio pittoresco dei “Boschetti”; per tutto questo Gorla fu apostrofata “una piccola Parigi”, un “Bois de Bouologne” in miniatura. Lo stesso Arciduca Ferdinando d’Austria vi veniva spesso da Milano “con allegre brigate e vi si tratteneva qualche giorno, tal volta anche vi passava qualche notte, con gran suo piacere.” Il luogo prescelto erano i Boschetti, in sponda destra del Martesana. La località dei Boschetti, identificabile con il “Cantun Frecc”, prendeva il nome dalla Villa Boschetto che copriva lo stesso spazio occupato attualmente dal nuovo edificio ristrutturato di via Prospero Finzi 25. Era la Villa Felber in sponda destra del Martesana sulla piazza del Comune di Gorla.

Osterie trattorie

Gorla non era da meno in fatto di osterie e trattorie; si andava all'osteria per un calice di vino e qualche chiacchiera. Rinomate erano la trattoria "Lazzaroni" di via Dolomiti, la "Segale" di via Pontevecchio, la "Rotonda" di via Finzi, la trattoria di via Monte Gabriele, la "Zanfrini" di via Tofane dove, all’ombra di salici piangenti, si gustava la tanto declamata specialità "nervo di ginocchio di manzo” finemente tagliato, condito con cipolle crude, olio e sale, soprannominato il "caviale di Milano"; e poi il Circolo Famigliare di viale Monza 140 (voluto dai partigiani nel 1945).

Il Ristorante Il “Boschetto”

Un angolo di mondo ben noto ai milanesi era il Ristorante “Il Boschetto”; qui convenivano le allegre brigate in odore di evasione dalla città, accomunati dalla passione per il ballo. Il Boschetto era una sala da ballo di tutto rispetto con una propria orchestrina formata da veri professionisti. Spesso i residenti sostavano con i gomiti appoggiati sul parapetto del naviglio ad ascoltare le note musicali che provenivano dall’orchestrina lungo l’alzaia.

Villa Resta

La Villa Resta confinava con la Villa Batthjianji-Finzi e apparteneva al Marchese Olevano Patrizio Pavese che poi la cedette in dote a sua figlia per il matrimonio con il Conte Resta. “Una terza bellissima villa era in quello che si chiama ora Boschetto, che però si estendeva, sempre rasente il Naviglio, anche dove c’è ora la strada Regia e il caffè della Rotonda e tutto l’Albergo degli Angeli con annessi e connessi, sicché andava a confinare colla cinta della suddetta villa Batthjianji.” Purtroppo decisioni superiori portarono alla sua demolizione. A nulla valse l’azione che il Conte Resta oppose al Governo Austriaco che intendeva espropriarla e demolirla per aprire la Strada Regia per Monza.

Il “Cantun Frecc”

Alcuni documenti di natura catastale, redatti intorno al 1855, testimoniano dei cambiamenti avvenuti nel caseggiato come lavori di ampliamento dei quali, in molti casi, si è persa la traccia. Fra questi, la costruzione sul lato di levante di una piccola casa in fuga all'attuale viale Monza (sicuramente in seguito demolita per far posto ai palazzi che oggi si trovano in quella zona) e, sempre a levante, di un portico in tre campi le cui arcate furono inglobate in un corpo di fabbrica a due piani fuori terra. Nel 1875 la ditta Mazzucchelli Maria maritata Brambilla vi impiantò una cardatura di cascami di seta. Sul lato occidentale del complesso alla cardatura di cascami seguirono altri opifici e attività commerciali: tra essi il Salumificio Peck, un'agenzia di autonoleggio e una lavanderia (Lavanderia Pirovano). Nel 1879 l’opificio venne smantellato e convertito in casa civile con giardino; nel 1892 fu venduto e adibito a caserma dei R.R. Carabinieri; l’altra parte rimase come giardino. Qui nel 1913 il Brambilla acquistò un terreno limitrofo e vi costruì un edificio che adibì a casa con botteghe e ristorante (Ristorante Bologna); il ristorante rimase in attività fino al 1927 mentre la caserma andò totalmente distrutta nell’incursione aerea del 20.10.44.

Casa Padronale “Felber”. Villa Gropallo Pertusati Mendel

Una delle case padronali più vecchie, al centro del piccolo borgo di Gorla, era quella del Signor Felber. Nel 1721 il proprietario, Sig. Felber Carlo indicato come “dottor fiscale” (funzionario per le tasse) aveva, come si usava allora, vaste proprietà di terra adiacenti alla casa padronale, per un totale di 143 pertiche di terra fertile da arare con filari di uva e 23 gelsi, nello spazio attualmente compreso tra il confine a monte del naviglio e il parco del monastero con vialetto di entrata; quest’ultimo dava sulla via per Turro (via Ponte Vecchio) e su diversi altri giardini che fronteggiavano la piazza; verso nord, sulla via per Crescenzago (via Asiago); nell’angolo a sud est della proprietà una grande ortaglia di circa mq. 2600 s’affacciava direttamente sul naviglio.

Villa Cottini

La Villa Cottini si trovava in Alzaia Gorla Superiore (oggi Via Bertelli 4/6) ed è quanto risulta dal catasto teresiano (1721); nel XVIII secolo era una dipendenza del Monastero dei Padri Minimi di S. Francesco da Paola che avevano anche una casa in alzaia (Via Dolomiti) oltre a dei terreni retrostanti sulla via per Turro. Nel 1869 il Cottini acquisì i terreni e il Monastero che i Padri Minimi avevano messo in vendita frazionandolo fra diversi proprietari dal 1785. Nel 1843 la proprietà passò al Mendel e nel 1865 a Mendel Edoardo; Cottini Lorenzo la rileverà nel 1871 insieme ai terreni della proprietà Finzi e del Monastero dei Padri Minimi per poi passarla, nel 1873, in eredità a Cottini Pietro, Angiola e Abigaille. Sullo stipite del portone della Casa dei Ciliegi uno stemma con le iniziali “G. P.” riporta alle iniziali di Gropallo Pertusati anche se per la verità i Gropallo Pertusati non l’abitarono mai.

Villa “Angelica”

La Villa Angelica, propriamente detta, fu costruita nel 1884 a fianco della Villa Duprais; la villa, intestata a Vidonne Angelica maritata Duprais (Dupré) divenne subito il punto focale dell’area al centro del nucleo storico di Gorla tra il naviglio, il ponte vecchio, la strada per Crescenzago e gli orti e giardini delle case e cascine disposti verso est. La torretta con cuspide in ferro dominava l’ingresso nel tratto propriamente urbano del naviglio. La torretta era decorata internamente con affreschi di figure di danzatrici e segnava il punto terminale di un grande parco che comprendeva, oltre alla villa, anche l'altro complesso del Monastero delle Clarisse (edificato su progetto di Giovanni Muzio nel 1955).

L’architettura esotica della villa

L’architettura esotica della villa, con le sue ricercate decorazioni in pietra, tetto spiovente a pagoda, curiosi pinnacoli sul culmine del tetto e, soprattutto, con la sua torretta a loggia colonnata sormontata da un terrazzino in struttura metallica, ispirò per anni la fantasia dei Gorlesi. Si trattava certamente di una costruzione fantasiosa ispirata liberamente al gusto eclettico dell’epoca e dedicata alla moglie Angelica da parte del proprietario. La villa, che affiancava in sponda destra il naviglio, aveva anche una piccola darsena con imbarcadero in muratura usato dai canottieri della Società Canottieri Martesana. La torretta principale della villa, ultimo residuo del fabbricato, venne abbattuta nel 1968; rimane pur tuttavia un residuo di fabbricato nella torretta-gazebo del parco, in sponda destra del naviglio.

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Informazioni, rielaborazioni, testi…tratti da:

- “Statuti delle Strade e delle Acque del Contado di Milano”, redatti nel 1346. Archivio di Stato di Milano.
- Cesare Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo Veneto. Milano 1857
- Sac. Davide Sesia, Memorie stese dal parroco locale. Milano. Tipografia della Casa Editrice “Osservatore Cattolico”, Milano, 1886.
- Nuova Mappa del Comune di Gorla e Precotto" (1900) dell'Ufficio Tecnico Comunale, alla scala 1:2000. Civiche Raccolte d’Arte Bertarelli. Milano. Castello Sforzesco.
- Supplemento a “Gorla Dentro”, Ottobre 1971, Periodico indipendente a cura del Gruppo d’opinione di Gorla.
- Città con suoj Borghi e Corpi Santi di Milano. 1781. Costituzione della Comunità dei Corpi Santi. Archivio di Stato di Milano.
- Carlo Perogalli, Cascine del Territorio di Milano, EPT Milano, 1975.
- Marc'Antonio Dal Re, a cura di F. Bagatti Valsecchi, "Ville di delizia o siano palagi camperecci nello Stato di Milano", Milano, 1963.
- AA.VV., Ville dei navigli lombardi, Ed. Sisar, Milano, 1967.
- G. Savallo, Guida di Milano e Provincia (1935), Agenzia di via S. Pietro all'Orto 8, Milano, 1935.
- AA.VV., Turro in "Città di Milano", Bollettino Municipale Mensile, edito dal Comune di Milano, Gennaio, 1917.
- G. Romussi, Le case operaie in Milano, Sonzogno, Milano, 1881.
- Mappe del Cessato Catasto (1897-1901). Archivio Storico Civico del Castello Sforzesco di Milano, Civiche Raccolte d’Arte Bertarelli.
- Nuova Mappa del Comune di Gorla e Precotto dell'Ufficio Tecnico Comunale, alla scala 1:2000. 1900 c.a. Archivio Storico Civico del Castello Sforzesco di Milano, Civiche Raccolte d'Arte Bertarelli.

 

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